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“Non c’è nulla di male se una persona cerca di confutare gli insegnamenti e le pratiche di un gruppo religioso che ritiene in errore”.
(Svegliatevi! 8 settembre 1997, pagina 6)

"Nessuno dovrebbe sentirsi obbligato a seguire una forma di adorazione che considera inaccettabile o a scegliere fra le proprie credenze e la propria famiglia." (Svegliatevi! Luglio 2009 p.29)
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lunedì 5 dicembre 2016

E Dio, dov'è?



Riflessioni di un lettore

C'è stato un tempo in cui credevo nel prossimo, nella vita, in Dio e nel futuro. Avevo fiducia in un mondo diverso, migliore, più bello e sicuro. Mi avevano insegnato che tutta la sofferenza esistente oggi sulla terra era il frutto di una contesa, una specie di "scommessa" tra il male ed il bene, tra Dio ed il diavolo. Tutto si basava su un racconto del libro di Giobbe dove il malvagio sfidava Dio dicendo che il fedele servitore era leale solo perché riceveva benedizione e protezione. Una volta privato della cura Divina, l'uomo si sarebbe ribellato ed avrebbe rinnegato il suo Dio.

Per tanto tempo ho creduto a questa storia come a tante altre, e non mi ero mai soffermato a riflettere su una cosa a cui non avevo mai pensato, e cioè che un Dio d'amore non avrebbe potuto permettere che per testare o mettere alla prova la fedeltà di una persona, ne sarebbero dovute morire decine tra i figli di Giobbe ed i suoi servitori più miriadi di animali domestici, proprio come racconta la storia di questo antico adoratore di Dio nel suo libro omonimo. E non possiamo nemmeno attribuire tutta la colpa al malvagio per questa strage, perché fu proprio Dio a dirgli: "tutto ciò che ha è nella tua mano, solo non toccare la sua anima" (Giobbe 1:12).


domenica 10 aprile 2016

Solo i testimoni di Geova sono felici?

I Testimoni di Geova e la felicità

"Non cambierei la 'verità' con nulla al mondo." "Siamo il felice popolo del 'felice Iddio'".

Quante volte abbiamo udito queste espressioni? Molti Testimoni di Geova si dicono felici.
Ma, in realtà, quanti fratelli e sorelle sono addolorati e rattristati a causa di ciò che accade loro per mano dei compagni di fede?
Cosa significa questo? C'è qualcosa di sbagliato nel riporre fiducia in Dio? E' il creatore responsabile di queste sofferenze? Oppure molti di questi disagi e problemi che vivono i nostri fratelli sono causati da chi insegna la "parola dell'uomo", come se fosse parola di Dio?

Un'articolo interessante è stato tradotto dall'inglese per cogliere spunti che possono aiutarci a ragionare...

Traduzione a cura di "Victor"


venerdì 6 novembre 2015

Ostracismo dato e ricevuto: due pesi e due misure




OSTRACISMO: UNA FORMA DI PERSECUZIONE


L'ostracismo (in greco antico ὀστρακισμός, traslitterato in ostrakismós) era un'istituzione giuridica della democrazia ateniese volta a punire con un esilio temporaneo di 10 anni coloro che avrebbero potuto rappresentare un pericolo per la città.
Secondo Aristotele l'ostracismo fu ideato da Clistene nel 510 a.C.;[1] alcuni, appoggiandosi a un frammento di Arpocrazione, datano la sua istituzione a circa vent'anni dopo, quando ve ne fu la prima applicazione (vittima fu Ipparco di Carmo, della famiglia dei Pisistratidi).

lunedì 19 ottobre 2015

La storia di Sara


Storie di ordinaria violenza (psicologica e fisica)

Ho preso questa storia (vera) da un altro sito. Dato che non è possibile certificarvene l'attendibiltà, prendetela come storia inventata. Ma reale. Reale perchè conosco direttamente almeno un paio di storie maledettamente simili. Perchè conosco persone (personaggi positivi e negativi della storia) maledettamente simili. Simili agli anonimi Testimoni integralisti (dovrei chiamarli fratelli, ma di cristiano non hanno NULLA) che quotidianamente ci scrivono su questo blog per insultarci e darci dei calunniatori ed apostati. Una storia dove il cristianesimo esce sconfitto, una storia che dovrebbe far gridare allo scandalo ogni sincero Testimone di Geova.

lunedì 21 settembre 2015

Non disprezziamo chi soffre tra di noi...






Comprendere ed aiutare fratelli e sorelle in difficoltà


A volte  si sentono o si leggono  commenti di  fratelli che criticano in modo più o meno aspro o in modo più o meno sottile altri loro conservi  lasciando intendere che se ci  si lamenta non si è una persona matura e se poi, addirittura,  si manifesta il proprio  lamento in modo palese viene inteso come una critica agli Anziani o al Corpo Direttivo e quindi a Geova stesso. E' vero che la sterile lamentela come forma di protesta o disappunto non è di nessun beneficio nè per chi l'ascolta e neppure per chi la manifesta. Ma spessissimo questo viene confuso con...

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